La figlia di Rubens (Italian Edition) by Rita Massaro & Stefania Agnello & Maurizio Bono

La figlia di Rubens (Italian Edition) by Rita Massaro & Stefania Agnello & Maurizio Bono

autore:Rita Massaro & Stefania Agnello & Maurizio Bono [Massaro, Rita]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2021-11-18T04:00:00+00:00


Roberta, nel frattempo, da sola in un’anonima camera d’albergo di Roma, era più confusa che mai. Aveva ricevuto un messaggio folle di Loredana. Le scriveva di essersi sbagliata sull’arma, che in realtà si trattava di un giocattolo. Era certa che l’amica stesse nascondendo la verità, ma non l’aveva richiamata. Quella mattina aveva già perso troppo tempo con gli affari palermitani. Nel pomeriggio avrebbe avuto la prima lezione del corso e non voleva mancare.

Sapeva che avrebbe dovuto comunicare all’amministrazione il suo stato di gravidanza, ma ancora non si decideva. Era troppo difficile da accettare e temeva che la cosa l’avrebbe messa in cattiva luce o che avrebbe compromesso l’anno accademico. Purtroppo, però, era una realtà che non avrebbe potuto nascondere ancora per molto.

Poi, pensò a Burri e alla setta. L’avrebbero mai lasciata in pace? Era certa che gli agenti di Ambrosetti non l’avessero seguita anche a Roma, perché lui glieli aveva messi alle calcagna in via ufficiosa. Non c’erano elementi sufficienti per una richiesta ufficiale, se ne rendeva conto. Provò un fremito di paura.

Il cellulare vibrò. Era un messaggio di quello che si considerava a tutti gli effetti il suo fidanzato. Aveva faticato il giorno prima per toglierselo dai piedi. Voleva a tutti i costi accompagnarla all’aeroporto. Per fortuna, Vincenzo era libero e, ora che si era rimesso alla guida, si era offerto di accompagnarla. Anche Vittorio era un nodo che doveva sciogliere. Stava diventando asfissiante. Grazie al cielo, non era lui il padre della bambina, perciò, al suo ritorno a Palermo, si ripromise di parlargli per fargli sapere che non aveva intenzione di rivederlo ancora. Doveva chiudere in fretta quella stupida e assurda parentesi della sua vita nella quale era caduta per troppa debolezza. Ma ora non poteva permettersi di essere debole, non più. E non soltanto per lei. Si portò la mano al ventre. E una lacrima scivolò su quella stessa mano.

Nel pomeriggio si presentò alla sede dove si sarebbe tenuto il corso, senza neanche aver pranzato. Non aveva fame ed era perseguitata dalla nausea. Le fu indicata una stanza, dove avrebbe dovuto rilasciare le sue generalità. Ma, quando toccò a lei, fece appena in tempo a salutare il funzionario che la stava accogliendo con un caloroso benvenuto, che la vista le si annebbiò e perse i sensi.

Si risvegliò in una stanza d’ospedale, qualche ora dopo. Dal momento che non riprendeva conoscenza, avevano chiamato un’ambulanza ed era stata trasportata lì. Una giovane donna, con in mano una cartellina, le si avvicinò.

«Come si sente, signora Librizzi?»

«Come se mi avesse investito un treno. Che cosa è successo?»

«Niente di grave, per il momento. Ma, se continua così, perderà il bambino. Le ho appena firmato un certificato d’interdizione dal lavoro per trenta giorni. In questo periodo dovrà rimanere in assoluto riposo. Fra un mese farà una visita e si deciderà se proseguire con l’interdizione o se non sarà più necessario».

Roberta ebbe un tuffo al cuore. Aveva creduto che l’idea di liberarsi di quello che fino ad allora aveva considerato un impiccio l’avrebbe resa felice.



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